CATTOLICA, BOCCONI, STATALE e POLITECNICO.
Quattro università.
Un obiettivo comune: condividere e potenziare la formazione al servizio del Paese.
Un sogno, una sfida e una meta da raggiungere insieme. Il circolo tematico interuniversitario nasce cosi.
Un sogno iniziato a ottobre con la nascita del Partito Democratico. Una sfida: la creazione e l’unificazione dei gruppi studenteschi di ispirazione democratica nelle varie università milanesi. Una meta da raggiungere attraverso la nascita di un coordinamento formato da studenti, ricercatori e professori. Un’organizzazione in grado di sostenere con idee e nuove proposte il governo ombra di Walter Veltroni.
UNA SFIDA - 3 aprile 2008, il sogno diviene realtà. Numerosi studenti universitari, ricercatori, professori e uomini dello scenario politico inaugurano il Circolo tematico interuniversitario. Un progetto che ha permesso di mettere in atto una campagna elettorale molto competitiva presso i principali atenei milanesi. 6 maggio 2008, la Cattolica accetta la sfida. La prima assemblea costituente sancisce la nascita del gruppo democratico nell’Ateneo di Largo Gemelli. 4 giugno 2008, la Statale accetta la sfida. Il gruppo democratico nasce anche nell’Ateneo di Via Festa del Perdono. Durante la fase costituente e arrivato l’appoggio e il sostegno da alcuni importanti esponenti politici dell’area democratica.
UNA META DA RAGGIUNGERE – Le fondamenta sono state scavate. Ora inizia la costruzione vera e propria. Ogni università eleggerà, all’interno dei gruppi studenteschi, due persone che avranno l’incarico di rappresentare l’ateneo nell’esecutivo del Circolo interuniversitario. Si passera poi alla creazione di una serie di gruppi di lavoro, ognuno facente riferimento a un’area tematica riconducibile a un ministero ombra. Ogni gruppo di lavoro, con la collaborazione di studenti, ricercatori e professori, dovrà studiare e proporre disegni, progetti e istanze parlamentari ai ministri di riferimento. Ogni gruppo gestirà un organo di informazione e sua volta il circolo avrà un giornale che verrà distribuito nelle varie università. L’obiettivo e quello di allargare questa struttura. Un invito a cui sembra aver già risposto la Scuola Normale Superiore di Pisa e la London School Of Economics.
“La militanza politica giovanile è diventata più esigente”
Virginia Bagnoli intervista Luca de Vecchi
Mescolando un buon caffé con parole che sanno di politica, nuove proposte e progetti, intervisto il giovane Luca De Vecchi al fine sia di capire un po’ meglio come ha avuto inizio questa innovativa esperienza dei Circoli Interuniversitari, e di conseguenza come ha intenzione di continuare nel modo più efficiente possibile, sia di cogliere le idee che si nascondono dietro le quinte del palcoscenico.
Qual è stata dunque la miccia che ha innescato il progetto dei Circoli?
Si e intuito che la militanza politica giovanile e diventata più esigente, non si accontenta più delle solite iniziative classiche che spesso non rispondono alle loro domande e confluiscono in una superficialità poco esaltante, ma ha bisogno di più coinvolgimento, di esprimersi, sente la necessita di una linea politica che persegue la "proposta". Il mondo degli studenti universitari propone un militante politico diverso, il quale dispone di competenza, facilitato dalla freschezza degli studi, risponde ad una certa omogeneità, con lo scopo di trovare una soluzione efficace al problema non servendosi delle sole ideologie.
Insomma ma a chi gli si è illuminata la lampadina per primo?
(sorride ndr) Si, io l'ho pensata, con l'intento di dar vita ad un gruppo aperto, ma che mantenga anche quell'identità, quell'impronta universitaria che lo contraddistingue e lo rende un think tank, piuttosto che un chiacchiera tank...
Quale pensi sia stata la reazione delle alte sfere del Pd al nascere di tutto ciò? Io ho avuto contatti con un paio di deputati, con altri ho mantenuto un rapporto che mi ha spinto a pensare che ci sia interesse, poi pero vedremo se avverrà un effettiva risposta da parte dei ministri ombra; e un'iniziativa in primo luogo utile, bacino d'utenza di proposte competenti, e dovrebbe suscitare interesse.
Quali tra gli atenei aderenti ai Circoli ha risposto con maggior entusiasmo?
Sono un po’ di parte lo ammetto, ma la Bocconi forse in questo e stata più reattiva, sai da parte dei docenti che da parte degli studenti: come università ha sempre avuto il mito del tecnico, contribuendo a creare una concezione della politica fatta con la conoscenza e preparazione. il Politecnico ha reagito positivamente, ma al momento i ragazzi sono molto occupati dalle loro elezioni e quindi non e la loro prerogativa, mentre con la Cattolica mi sembra di aver riscontrato interesse nelle due assemblee in cui ho esposto i nostri propositi e spero quindi che si possano superare alcuni diffidenze e che si abbia la possibilità di lavorare insieme. Io sono molto europeista, quasi sfegatato se si può dire, e di conseguenza ho contattato anche il circolo democratico della London School Of Economics e la Normale di Pisa.
Ci farai sapere quindi… Chi potrebbe rappresentare per te un maestro di vita?
...Bella domanda... (lo si mette sempre quando l'intervistato lo dice all'intervistatore, per puro compiacimento di quest'ultimo… ndr) Trovo che le esperienze vincenti pero siano i veri esempi a cui rifarsi. Le persone sono umane e perciò cadono in errore: noi dobbiamo andare oltre l'errore, superarlo per raggiungere il traguardo di nuove scelte politiche. Un 'esperienza alla quale senza dubbio ci rifacciamo e il sito di Tito Boeri, la voce. info: un momento di proposta vera e coerente, e di analisi che lascia spazio alla parola e al pensiero, risultando un sito ammirevole e apartitico. Se dovessi pero riportare dei nomi, allora direi Cesare Beccaria, per la sua modernità assoluta, Pierluigi Bersani, per il suo personale concetto della politica molto ampio, capace di mirare al problema con precisione e di risolverlo non di crearlo come fa qualcun altro, e Giovanni XXIII che grazie alla sua lezione di laicità ha illuminato sia un giovane come me, sia i suoi colleghi: l'enciclica “Pacem in terris” e di una bellezza unica e ricorda alle persone che pur essendo diverse devono vivere assieme e relazionarsi per il bene comune.
Che statuto vorresti dare al gruppo?
Rispecchiamo lo statuto e le regole del Partito Democratico, ma sarà necessario provvedere ad un documento programmatico in cui si delineano le idee e ciò che vogliamo fare. Trovo che uno statuto vero e proprio sia un po’ fuori luogo nell'ambito dei Circoli.
Pensi che questo sia un punto di partenza per il via di una carriera politica?
Devo ammettere che la passione c'e. Ma non credo di intraprendere una carriera di natura politica al prezzo di sacrificare altri aspetti e assumermi responsabilità più grandi di me,almeno, non ancora.
Giorgio Uberti
Virginia Bagnoli
mercoledì 14 gennaio 2009
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