sabato 8 agosto 2009

CONFUSIONE POLITICA

Mai sentita la frase: “In fondo i politici sono tutti uguali”? Frase non del tutto estranea al sentire quotidiano e con le sue buone motivazioni per giunta. Difatti se sentite al telegiornale delle accuse riguardanti quel politico ecco che escono delle inchieste su quell’altro, accuse su accuse come quando nelle elezioni 2006 si voleva capire chi avesse fatto i brogli elettorali. Ci sono stati sul serio? E soprattutto: chi li ha fatti? La cosa si è semplicemente dimenticata. Se poi vi capita di vedere un dibattito politico vi sarà anche più chiaro, vedrete sicuramente qualcuno che invece di rispondere a una domanda con argomentazioni e ragionamenti incomincerà a dire (o gridare): “E perché? Voi non avete fatto la stessa cosa?” evitando di dimostrare di essere superiore all’altra parte ma affermando di essere tali e quali. Ho consciamente tirato fuori un altro argomento: la tv.
Parlando di tv, vi è mai capitato di guardare un po’ di telegiornali e di concludere per sentito dire o per osservazioni personali: questo è di destra, questo è di sinistra? Così è naturale che ci si chieda: e per l’imparzialità? Come si fa? Compri la parabola! Compro la parabola. Nel telegiornale il tempo è più o meno così suddiviso: 15 minuti dedicati alle opinioni dei rappresentanti del governo, 1 minuti di replica dell’opposizione, altri 15 minuti su quello che il governo ha da ridire sulle repliche dell’opposizione. Imparzialità? Non sempre dunque.
In fondo spero sappiate anche voi che c’è una bella differenza se il telegiornale parla di un politico riferendo il suo pensiero in terza persona: “Il signor … ha detto che…” o se invece apre il collegamento dove lo fa parlare non solo di persona, creando un contatto visivo diretto, ma anche esponendosi nel tempo che gli occorre per farsi capire. Vi rivelerò un segreto: l’appoggio politico passa soprattutto per l’identificazione, cioè nell’identificarsi in persone e opinioni specifiche. Penserete: “Certamente quello che ha replicato per un minuto potrebbe avere ragione, ma sinceramente quell’altro mi ha parlato faccia a faccia, ha fatto un discorso completo, ha detto più cose, lo vedo di più in televisione e riassumendo: mi è più familiare. Ancor meglio poi se mi invia per posta le belle foto sue e dei suoi figli, fa vedere di essere una brava persona, sorride e sorride assieme ai suoi figli… Meglio ancora se mi racconta anche una bella barzelletta non potrà che starmi pure simpatico! Mica devo sapere altro di lui, in fondo lo devo solo votare”.
Un obbiettivo forse quello dei Mass Media di non volere un ascoltatore propriamente in grado di recepire e giudicare le informazioni, e dunque gli si dà una mano, magari tentando di confonderlo dando un quantitativo molto ampio di informazioni ma poco approfondito e insicuro, con notizie incerte, e difatti sfortunatamente i giornalisti non vogliono (o non possono) “dire troppo”.
Lo so che sto facendo confusione ma è tutto programmato. Tornando a prima: avete mai capito quali sono i programmi del PD e del PDL? E perché tra PD e PDL c’è una sola L di differenza? L’obbiettivo sembra doppio, nel senso di progettato per 2 tipologie di persone: le prime sono quelle che cercano di capire che succede e di farsi un giudizio. A costoro viene mandato questo messaggio: che destra e sinistra sono uguali, se vogliono approfondire il discorso gli risulterà difficile, anche perché si ritrovano davanti a informazioni opposte e in certi casi fasulle come la Gelmini che dice che il tempo pieno ci sarà quando non c’è il numero matematico di ore pagate per farlo o come la Russa che accusa la sinistra di aver bocciato il referendum proposto dalla destra per ridurre i parlamentari (quando mai è successo?). Notizie false e notizie vere, l’elettore è costretto a dar ragione in base alle sue preferenze politiche e non a un discorso di fondo condiviso tra progetti e informazioni. E il Cavaliere in tutto questo cosa fa? Peggiora la situazione, direi. Vi siete mai chiesti perché un giorno dice una cosa, il giorno dopo la smentisce? Sembrerà un po’ indeciso, direte. Anche questo. L’obbiettivo è un altro: vuole far vedere che può dire una cosa e può dire la cosa opposta e non è questa la cosa che conta. La gente potrà chiedersi: “qual è la posizione di Berlusconi in merito a…?” La risposta è: “Ah, non lo so, però guarda che bravo! Lo applaudono tutti!”. E veniamo al secondo genere di persone, quelle non attente, che votano chi gli sta più simpatico, che non guardano a cosa dice Berlusconi ma guardano lui, appoggiano la persona, non le idee politiche. Il suo atteggiamento vuole ricevere proprio questo tipo di risultato: egli dice e si contraddice, così ciò di cui si parla risulta irrisorio, la gente incomincia a non starci dietro, a essere passiva alle sue dichiarazioni. Non diventa importante il discorso politico ma la persona, l’effetto emotivo, i suoi successi.
Ultimamente poi la faccenda si è fatta ancora più complicata e sto parlando proprio di lui: “La separazione dalla moglie” “Non mettiamo in mezzo le faccende personali”, “Si candidano le veline per le europee”, “Non va al compleanno dei figli ma va a quello di una diciottenne”, ma poi si viene a sapere altro “L’attuale diciottenne frequentava Berlusconi, quindi all’epoca era minorenne!”, Berlusconi smentisce, l’ex fidanzato riconferma, “Ci sono i complotti della sinistra!”, finché scoppia il caso Mills, “Berlusconi lo ha corrotto”, dunque il lodo Alfano è da rimettere in discussione, cosicché Berlusconi attacca i pm, “La magistratura è un covo di comunisti!”, ma intanto le veline vengono tolte e come bravo candidato per il PDL rimane Mastella, sicché si passa a Franceschini che denuncia la pochezza morale del Premier finché i figli non protestano e allora si dice subito: “Autogol di Franceschini!”. Un bel casino non vi pare?
Poi la stampa estera si lamenta di come mai gli Italiani non reagiscano, ma forse neanche ci capiscono qualcosa, forse non sanno nemmeno cosa è vero e cosa è falso e appena ci ragionano ecco che arriva una nuova notizia pronta a confondere meglio le idee. Tante notizie e poco approfondimento. La politica già è difficile per chi la fa, chi la segue da casa poi cosa deve dire?
Perciò mi rivolgo a te, caro cittadino italiano: non l’hai ancora capito che la politica non fa per te? Ci sono il calcio, le veline, i programmi tv e la bella vita per distrarti, per la politica non ti preoccupare, c’è chi è sceso in campo per noi, uno che dice: “Ghe pensi mi!”, uno che si è fatto da solo, ovvero uno a cui dare in mano la situazione, che risolverà tutto, perciò non starti troppo a preoccupare della politica che è difficile e complicata. E se proprio ti infastidisce questo tuo non capire le cose non starci a pensare, non si può capire tutto, molte cose sono estranee alla ragione umana, tutto il resto è una questione di fede.
In fondo lui l’ha detto di essere l’unto del Signore.

Daniele Gavazza

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