
Il caso Famiglia Cristiana mi ha fatto riflettere. Riassumo in poche parole l'accaduto: il suddetto giornale commenta il pacchetto delle leggi sicurezza e parla di leggi razziali. Maroni si indigna e parte la denuncia.
D'accordo, le parole leggi razziali sono dure e aspre. Ma la denuncia e tutto l'involtino di dichiarazioni che l'hanno accompagnata mi preoccupano non poco. Insomma, si parla talmente tanto di divieti e obblighi che ad un certo punto mi viene da interrogarmi: perché per una volta non parliamo di libertà? Fino a che punto si può parlare di libertà di espressione? Parlare di leggi razziali merita effettivamente una denuncia? Io credo che in una democrazia ciascun cittadino debba essere libero di esprimere la propria opinione sull'operato del governo, perché così è ed è sempre stato. C'è chi lo può fare su un blog e chi su un giornale. Ma ad un certo punto non si può tacere. E se un cittadino ritiene che queste leggi siano razziali, bhe dovrebbe essere libero non solo di dirlo, ma di utilizzare anche, qualora lo voglia, le lettere cubitali. Ritengo anche che definire Famiglia Cristiana come un giornale eversivo non sia la soluzione corretta né la risposta corretta ad una critica, ma non per questo denuncerei la persona che ha pronunciato quelle parole, Federico Bricolo.
Credo che le leggi sicurezza siano pericolose e spero per questo di non essere denunciato. Perché la libertà di parola e la libertà di contestazione devono essere garantite in un paese che si dichiara democratico. Io, che a Famiglia Cristiana ho dedicato satire su satire, qualcuna leggibile anche sull'altro blog, appoggio in pieno il suo coraggio nel prendere una posizione comunque difficile e confido nel fatto che tutti possano esprimere liberamente la propria opinione.
Andrea Riccardi
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