sabato 17 gennaio 2009

Inghilterra: quando l'opposizione diventa maggioranza di governo

La disfatta laburista dello scorso primo Maggio al voto amministrativo in Gran Bretagna si presta a diverse analisi politiche. Molti hanno puntato il dito verso la pesante crisi economica che sta affrontando in questi giorni* il Regno Unito. Gli stessi vertici del partito Labour hanno affermato che l’aumento dei prezzi di gas, petrolio e generi alimentari, il credit crunch, la diminuzione dei consumi e l’incertezza sul futuro hanno inciso molto sul voto politico. Altri analisti invece hanno individuato con precisione la fonte del malcontento nella contestata decisione del Governo di eliminare l'aliquota minima del 10% per i contribuenti a basso reddito. Da parte sua Gordon Brown dal suo domicilio a Downing Street ha avuto il coraggio di accusare il colpo subito: “E’ un brutto giorno per i Labour, un risultato molto deludente” commenta, e poi ammette: “dovremo ascoltare e imparare questa lezione”. Al di la degli esami di coscienza e dei facili capri espiatori resta in realtà un dato evidente: la forte e decisa ascesa del partito conservatore guidato dal giovane e brillante David Cameron.

La schiacciante vittoria dei Tories non sembra dovuta a un semplice voto di protesta contro il governo, ne può essere banalizzata denunciando lo scarso peso del voto amministrativo. La verità e che i conservatori hanno saputo ascoltare con molta attenzione il malcontento che sale dai quartieri più poveri e dalle zone depresse del Paese. La campagna elettorale dei Tories si e molto concentrata sull’insostenibile aumento dei prezzi dei beni di consumo per le famiglie e sull’emergenza sicurezza delle periferie, problemi a cui i laburisti hanno saputo rispondere con difficoltà, affermando che la crisi economica e sociale sarebbe stata solo passeggera. Il risultato del voto parla da solo su chi sia stato più convincente. Insomma, lasciato alle spalle il neoliberismo individualista e mercatista di Margaret Tatcher, i nuovi conservatori hanno capito che le elezioni si vincono conquistando da una parte il voto delle classi disagiate, a cui va promesso più welfare, e dall’altro il consenso dei ricchi, a cui garantire più sicurezza sociale. La nuova filosofia dei Tories, pur non rinunciando ai valori classici del mercato e della concorrenza, sembra dare un’importanza decisiva alla comunità, intesa sia come società, sia come nucleo familiare. Da una parte essi premettono pi welfare society, iniziando da una politica fiscale equa, dall’altra cercano di rafforzare la famiglia come cellula fondamentale del tessuto sociale, promettono aiuti economici e interventi a sostegno dell’infanzia e dell’istruzione. A ben guardare, la nuova linea dei conservatori non sembra lontana da quella dei primi governi Blair che avevano fatto della tutela del lavoro e della riforma del welfare il loro cavallo da battaglia; questo a favore di chi ha capito che le ideologie sono defunte e che più delle parole sono convincenti i fatti e le risposte ai problemi concreti della gente. Tornando alla disfatta laburista bisogna ricordare infine che lo stesso personaggio politico di Gordon Brown ha subito un vero e proprio crollo di consensi negli ultimi mesi. Molti hanno attribuito a una sua presunta antipatia e freddezza la perdita di molti consensi, tanto che non pochi in casa Labour propongono di cambiare corridore per le prossime elezioni del 2010. In una politica dove conta sempre di più l’appartenenza, l’appeal personale sui cui può contare un candidato risulta spesso più importante della competenza e delle capacita di governo.

Le elezioni inglesi possono offrire un ottimo spunto su come deve comportarsi un’opposizione. Al di la della forte pressione e del controllo che grazie al sistema del “governo ombra” i Tories riescono a esercitare sulla maggioranza Labour, cosa più importante e che essi hanno saputo riflettere sui veri problemi del paese, elaborare delle soluzioni di lungo respiro e spiegarle con pazienza alla gente. Questo e il compito dell’opposizione ed il meccanismo con cui funziona la Democrazia dell’alternanza. La nuova opposizione in Italia può forse imparare non poco dal metodo politico usato dai conservatori inglesi, che oggi hanno buone possibilità di diventare la prossima maggioranza di governo in Gran Bretagna.

Luca Lionello

* Tutti gli articoli del numero 1 di Inchiostro risalgono al mese di Giugno 2008

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