giovedì 10 dicembre 2009

Corsi sulla memoria

All’ingresso dell’università o alla fermata del metrò di Sant’Ambrogio ci sarà capitato di vedere delle persone con in mano un volantino, prevalentemente blu con l’immagine di un faro, intenti a fermare la gente, chiedere di partecipare ai loro corsi sulla memoria. Ci sarà chi ne sente parlare solo ora in questa pagina, c’è chi li ha semplicemente visti e nulla di più, chi è stato fermato ricevendo anche dimostrazioni dai suddetti sulle applicazioni dei metodi mnemonici, chi invece non ne può più di dire di no a questi inviti. Questo articolo si prefigge di rispondere ad alcune domande, le più basilari e immediate di chi, non avendoli frequentati, vuole capirci un po’ di più e magari farsi un’idea più precisa di cosa significano questi corsi. La prima.
È una qualche genere di truffa?
In effetti la domanda più banale perchè il metodo del “volantinare” assomiglia molto al tipo di vendita porta a porta, di quelli in cui per vendere il prodotto non ha importanza il come ma il vendere, tuttavia a un’analisi più approfondita mi viene da dire di no, ci sono buoni motivi per credere che il servizio dato abbia delle utilità e qui la domanda più consequenziale è:
Quali? Ovvero: questi metodi di memorizzazione che ci propongono sono realmente efficaci? E soprattutto applicabili?
Sì, lo sono. I metodi di memorizzazione non sono nati dall’oggi al domani, le nostre prime testimonianze di mnemotecniche possiamo farle risalire già a Simonide, poeta greco, e in generale all’inizio della retorica intesa come arte del parlare in cui il saper memorizzare i discorsi come parte fondante di questa. Da qui le mnemotecniche hanno un’evoluzione che passa attraverso lo studio di grandi personaggi a partire dal meno illustre Raimondo Lullo, passando per Pico della Mirandola e Giordano Bruno fino ad arrivare al nostro contemporaneo Gianni Golfera che dalla lettura del libro di Bruno “l’ombra delle idee” fa iniziare il suo percorso, definito l’uomo con più memoria al mondo, capace di citare a memoria 261 libri sia dalla prima parola all’ultima sia dall’ultima alla prima! Un orgoglio che l’uomo con più memoria al mondo sia italiano un po’ meno che in Italia sia così poco conosciuto. Il punto è che tutte queste persone ritengono le mnemotecniche non solo applicabili ma applicabili da tutti. Arriviamo quindi alla parte più importante:
Quali sono queste mnemotecniche?
Il principio in verità è uno solo a cui fa capo tutta la metodologia. Il discorso è semplice, l’uomo usa solo una percentuale molto bassa del proprio cervello, un cervello che ragiona soprattutto per immagini e per associazioni. Si può arrivare a memorizzare attraverso sinapsi più solide e durature, coinvolgendo più parti del cervello possibili, come l’emisfero destro più emotivo e visivo del sinistro, un po’ come succede con una situazione fuori dall’ordinario o quando viviamo un evento emotivamente forte, in grado di rimanerci impresso per molto tempo. Ciò che è da evitare è il metodo classico di memorizzazione, il semplice ripetere che predilige il solo emisfero sinistro, fa perdere molto tempo e soprattutto non aumenta la nostra creatività.
Come funzionano esattamente?
Ciò che dobbiamo memorizzare viene associato a immagini, le immagini vengono fatte interagire fra loro in modo che rimangano più impresse nella nostra mente, ovvero vengono ingigantite, colorate, modificate, fatte muovere, meglio se si tratta di immagini familiari come quella del nostro cane piuttosto di quella di un cane qualsiasi. In questo modo, e soprattutto le prime volte, se non ci ricorderemo ciò che c’era da memorizzare ci basterà ripercorrere le interazioni di immagini che erano avvenute nella nostra mente. Per farvi un esempio il nome Golfera può rimandare a un uomo che gioca a golf o a una mongolfiera. Meglio ancora se immaginerete la mongolfiera straordinariamente veloce e colorata oppure l’uomo del golf in grado di spostare intere zolle di terreno.
Ma torniamo al corso di memorizzazione, come sarebbe farlo?
Il corso insegna proprio questo tipo di tecniche e non solo, è specificatamente organizzato per gli studenti, ancor più per quelli universitari. Oltre alla semplice memorizzazione parlano di come farlo a lungo termine, come organizzare piani di studio, mappe mentali e lettura veloce, utilissima per leggere a velocità molto superiori rispetto al normale senza perdere in contenuti appresi (anche se alcuni studi non sono d’accordo su questo punto). Il corso ha come nozione di fondo, e per certi versi vera, l’idea che i peggiori impedimenti siano quelli che, per un motivo o per l’altro, ci poniamo da soli. Questo si pone nel momento in cui usiamo una sola parte del cervello o quando per leggere ci abituiamo ad osservare lettera per lettera quando è più produttivo usare la memoria fotografica (capiterà anche a voi di non ricordarvi quello che avete letto ma ricordarvi dove lo avete letto ed esattamente nel paragrafo del libro in cui c’è scritto) ma anche in fattori più banali come il nostro comune porsi di fronte ai problemi. Per questo il corso ha parti più specificatamente motivazionali, ricerca ovvero quei sistemi che anche dal punto di vista emotivo danno migliori risultati, e non è un caso che molti ne siano usciti contenti appunto perché capace di colpire emotivamente.
Ma ci sono lati negativi in questo corso?
Ovviamente sì. Innanzitutto il prezzo, si aggira intorno al migliaio d’euro. Sarà perché non ci sono particolari concorrenti specializzati nel medesimo campo o perché oltre al corso è associato un servizio di tutoring in grado di seguirti dopo il corso, resta il fatto che il prezzo è eccessivamente alto.
Una volta apprese le tecniche si riesce poi a mantenerle in uso anche dopo molto tempo?
Questo effettivamente è il nerbo di tutto il problema. Mentre apprendere le tecniche è facilissimo, tornare a casa e saperle usare è un altro conto. Dal punto di vista pratico non si tratterebbe di nulla di difficile ma è ovvio che ogni persona è a se stante, con ritmi di vita e particolarità diversi, e quindi il passaggio corso = risultati non è certamente immediato. Se si decide di frequentare un paio di accorgimenti possono essere questi: privilegiare del tempo subito dopo l’apprendimento per automatizzare le memorizzazioni e soprattutto non voler fare tutto immediatamente, rendere effettive solo alcune tecniche e riservare le altre in un momento successivo. Tanto per chi vuole il corso è rifrequentabile a costo zero.
Sono stato pagato per scrivere quest’articolo?
No, ovviamente sto scherzando ma se volete ulteriori approfondimenti ecco alcuni link di riferimento:

Daniele Gavazza

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